Avevo in mente questa gara da quando è stata disputata nel 2018, pensa te. Pensavo, sembra fatta proprio per me. 1200 metri di nuoto (pochini seppur con acqua non proprio tiepida), una sfacchinata in bici da 98 km lungo 3 passi alpini (tra cui sua maesta Stelvio, passando per l'Umbrail) e poi 20 "comodi, comodi" km di corsa. E si, sembra la copia dell'Idroman ma in quota. Mi iscrivo forse il giorno dall'apertura all'evento, anche per risparmiare ;). Di solito a settembre arrivo in forma anche se rischio sempre di esagerare coi giri in bici ad agosto durante le mie ferie. Arriviamo al dunque e quindi saltiamo direttamente a sabato 31/08. Sono in quel di Livigno e sto gustando il cibo del pre pasta party di Livigno, mica male devo dire. Il roast beef si lancia mangiare che è un piacere. Ho appena nuotato nel lago di Livigno con Vitto ed entrambi siamo soddisfatti (lei ha partecipato allo short distance) perchè l'acqua non è così gelata; era messa peggio, a maggio, la temperatura del lago di Garda. Sono tranquillo perchè le aspettative non sono altissime; arrivo da un lungo periodo dove non riesco a correre come si deve a causa di un'infiammazione che non vuole lasciarmi in pace. Il piano gara è semplice: nuotare in maniera solida, dare l'anima in bici ed accogliere quello che viene dalla corsa.
Al briefing ci dicono che non passeremo dallo Stelvio ma ci fermeremo all'umbrail a causa del traffico. Cambia poco ma con queste parole inizio a temere proprio per la strada aperta al traffico. L'indomani scopro poi, poco prima della partenza, che sullo stelvio, versante Bormino, è scesa una piccola frana e quindi non è transitabile. Benissimo! Il percorso bike perde tutto il suo fascino e la sua difficoltà. In pratica dal lago faremo 15 km di pianura e poi attaccheremo Eira e Foscagno, giro di boa a Bormio e di nuovo Foscagno prima di fermarci in t2 a Trepalle. Abbiamo un percorso di 80 km e 1700 di dislivello contro uno di 98 e 2700. Dovrei essere frustrato per la "perdita" ma visto che non cullo realmente obiettivi di piazzamento la prendo in maniera tranquilla. Sono le 8.45, 15 minuti e si parte. Sono bello bardato: cuffia, guanti, calzari, maglia sotto muta tutto in neoprene per sconfiggere il freddo. Sono li in pole position; Vitto mi guarda in maniera estremamente tesa. Talmente tesa che la tensione la trasmette a me. Si parte e io stupidamente sono davanti ma non valgo neanche lontanamente le prime posizioni. Ed ecco che prendo colpi a destra e a manca. Fatico a riemergere. Come se non bastasse i guanti non vanno bene perchè troppo grandi e tendono a sfilarsi. Respiro affanosamente, l'acqua mi pare pure più fredda di ieri. Mi giro un secondo, tra una bracciata a rana e una a stile, e mi sembra di essere ultimo. Che pena. Recupero la calma dopo circa 5 minuti e inizio a nuotare in un modo che definirei decente. Niente di assurdo ma ora sto nuotando, sul serio. Dopo il giro di boa riprendo il mio filone e il mio ritmo onesto. Mi assesto in un gruppetto e per la prima volta non vedo atleti che mi passano a velocità doppia. Significherà che sono realmente ultimo oppure che sto iniziando ad andare? Alla fine il tempo dirà 24 minuti. 2 di passo. Abbastanza scarso ma considerando i primi 5 minuti terribili non va nemmeno così male. Endu dice che ho fatto il 62esimo tempo. Nel tendone delle zona cambio c'è il delirio e la frenesia più totale. Uomini e donne ignude che provano a cambiarsi il più velocemente possibile in uno spazio estremamente ristretto. Ne esco vivo dopo 6 minuti e prendo la mia Look. Parto forte a 40 di media tra le gallerie. Arrivo al giro di boa e la bici non fa quello che voglio io. La ruota anteriore è bucata. Ho il tubeless così decido di proseguire comunque per il tratto pianeggiante. Prima di prendere la salita mi fermo e pompo sperando che il liquido interno faccia il suo dovere. Prendo dapprima il passo Eira e poi il Foscagno. Inizia la mia magica rimonta. In cima al secondo passo mi dicono di essere 15esimo. Mica male. Scendo tranquillo, temo per la ruota, la quale mi tradisce definitivamente ad Arnoga. Devo fermarmi e mettere la camera d'aria. Perdo tanti minuti e la gara è compromessa. Inizio a prenderla meno seriamente. A Bormio arrivo con un passo non proprio convinto giro e pedalo regolare fino a Isolaccia dove riprende la salita vera e propria. Inizio a superarne uno dopo l'altro, in mezzo al traffico e non. Riprendo fiducia e spingo fino in cima dove mi attende un'acquazzone. Prendo la mantellina e vado in t2 a Trepalle per la corsa finale. La strada che poi si riduce a sentiero è assai gradevole, mi perdo via guardandomi intorno. Forzo poco o nulla. Penso che la gara sia andata quindi non esagero per salvaguardare il ginocchio. A sorpresa dopo 10 km mi ha superato solo un francese e finora sono andato davvero adagio. Successivamente lungo la ciclabile che costeggia il lago andrò ancora più adagio. Quel ristoro li messo in mezzo rifornisce di ottima coca e succosi gel. Già che ci sono mi riempo anche le tasche ;). Corro piano come sempre, saluto Vitto, le chiedo come sia andata la sua di gara e cerco di distrarmi guardando i miei colleghi indaffarati anche loro a chiudere la gara. 20 km non passano mai soprattutto se sei femo col passo di 5.18. Però dopo meno di 5,30, mentre inizia nuovamente a diluviare, riesco a giungere al traguardo in 26esima posizione. Pensavo molto peggio. Avrei potuto forzare nella corsa per entrare nei 20 ma è stato meglio così. Sono contento dopo tutto e non sono nemmeno sfinito. Ho un po' di amaro in bocca, lo ammetto. Avrei potuto davvero fare qualcosa di positivo ma la sfortuna ultimamente mi sta colpendo. Arriveranno giorni migliori, ne sono convinto.